Fa progressi il baseball per ciechi negli Stati Uniti PUBBLICATO: 27 LUGLIO 2016
data di pubblicazione: 29-07-2016
FOTO DI GRUPPO A CENTRAL PARK
Sono rientrati in Italia Ada Nardin e Matteo Briglia, gli Ambassador della AIBxC(Associazione Italiana Baseball per Ciechi) negli Stati Uniti. La loro seconda missione a New York si è protratta dal 2 maggio al 30 giugno.
"Il solco è stato tracciato" spiega Matteo Briglia "Sebbene ci sia ancora parecchio lavoro da fare". Tra le cose positive, c'è il fatto che il numero di atleti che si appassionano al gioco sta crescendo: siamo ormai tra i 10 e i15. Tra le cose negative c'è il fatto che il campo individuato per gli allenamenti (a Randalls Island, isolotto separato daManhattan dall'Harlem River) è difficile da raggiungere in autobus. Una collocazione tipo Central Park aiuterebbe molto.
Della parte di istruzione si sono occupati Aldo Signori eAlberto Nardecchia, giunti all'uopo da Roma. Con loro ha collaborato Don Landolphi, che è attivo nel baseball italianofin dai primi anni '70 ed è stato operativo nell'attività AIBxC aBrescia. A New York sono state organizzate partite amichevoli tra 2 squadre miste. A una delle partite hanno preso parte gli atleti AIBxC Berganti e Levantini, arrivati da Bologna eMilano. "La presenza di questi veterani" fa sapere Briglia "E' stata più che altro utile per ripristinare le gerarchiein campo e...far abbassare la cresta a qualche American Boyun po' troppo Competitor". Precisa Matteo Briglia: "Le gare si sono giocate in un'atmosfera estremamente gioiosae rilassata. I giocatori ora non vedono l'ora di misurarsi con altre squadre". Per il momento, dopo un dibattito sufficientemente animato, hanno scelto il nome della squadra: New York City Bashers.
Matteo Briglia e Ada Nardin hanno rinnovato la sinergia con il programma Achilles, attivo a New York da oltre 30 anni per l'assistenza a persone con disabilità in ambito podistico. Proprio da Achilles approderà ai Bashers un allenatore con un passato nelleMinor Leagues. E' stata avviata anche la collaborazione con il programma denominato New York Cares, finalizzato a reperire volontari da inserire all'interno delle organizzazioni legate allo sport per persone con disabilità. New York Cares sarà attiva nella promozione del progetto.
Un'altra sfida in cui Matteo e Ada si vogliono impegnare è quella che ha come traguardo l'apertura di un Caffè Letterario a Haarlem.
Dell'iniziativa si è occupata anche l'ABCA(l'Associazione dei Coach di Baseball degli Stati Uniti, una non profit attiva dal 1945 e che contamigliaia di associati) con un articolo (il titolo è Field of Dreams, ovvero "Il campo dei sogni", e ci è stato segnalato da Luigi Bellavista) pubblicato su Inside Pitch, la sua rivista ufficiale, che ha anche unaversione online. Si legge: "Una versione del nostro gioco di cui non troverete notizia nei titoli dei giornali nazionali è quella per ciechi, che però si gioca in Italia da 20 anni". L'articolo parte dalla prima dimostrazione data aCentral Park dall'AIBxC e si focalizza sul fatto che al progetto contribuisce Don Landolphi, membro dellaHall of Fame ABCA. "Ho notato che le persone che non sono cieche dalla nascita hanno più facilità ad apprendere i movimenti" dice Landolphi, che poi enfatizza la difficoltà che un atleta cieco può avere a correre: "Provate a correre bendati. Ci ho provato e posso dire che è una versa sfida". Landolphi ritiene che il livello tecnico dei giocatori reclutati a New York sia in costante crescita. L'articolo di Inside Pitch spiega poi con una certa dovizia di particolari le regole delbaseball per ciechi.