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Missione italiana compiuta, New York brinda ai Bashers di Matteo Briglia

data di pubblicazione: 29-07-2016



 NELLA FOTO I NEW YORK CITY BASHERS CON A.NARDECCHIA,A.SIGNORI, ADA NARDIN E MATTEO BRIGLIA

Grazie agli Ambassador dell'AIBXC, dopo oltre un anno di intense attività promozionali e diplomatiche, è nata ufficialmente negli USA la prima squadra di baseball per ciechi. "Ora il sogno paralimpico più vicino"

 

Promuovere nella terra dei Padri fondatori l'Adaptive Blind Baseball, inventato e brevettato in Italia? Yes, we can. Ci eravamo lasciati nell'autunno 2015 sulle note incoraggianti del celebre slogan lanciato da Barack Obama, ripreso da Ada Nardin e dal sottoscritto in calce all'incompiuto quadro dipinto a New York durante il primo semestre della mission negli States.
Ad ottobre, al rientro, eravamo pervasi da sensazioni forti, positive, per quanto ancora incerte sull'esito finale. Tre clinics tra Central Park e Brooklyn, gestiti da manager arrivati dall'Italia affiancati dall'esperienza del veterano Don Landolphi, regalava già a qualche atleta non vedente e ipovedente l'emozione unica di giocare a baseball. Una prospettiva particolarmente inebriante per chi giocava a baseball da bambino e ha perso la vista in età adulta. La strada verso lo sviluppo del nostro sport sul territorio americano era tracciata seppur in salita e minata da fattori strutturali, organizzativi e legati al difficile follow-up a distanza. Senza dimenticare l'ostracismo verso l'AIBXC del Beepingball, una disciplina dai risvolti più ricreativi che agonistici, erroneamente associata al baseball, inventata negli States oltre mezzo secolo fa, oggi un brand dal peso politico ed economico notevole, difeso a spada tratta dai suoi dirigenti.
Nonostante le grosse difficoltà, il progetto AIBXC è andato avanti. In prima linea Ada e il sottoscritto, sostenuti dall'ottimismo del Commissario Malaguti, dal Presidente Mazzanti e dal responsabile per le attività di sviluppo e promozione all'estero, Lorenzo De Regny. Nerssuna resa, la missione prosegue. Dal 2 maggio 2016, gli Ambassador nuovamente ad Harlem, decisi ad ogni costo a "partorire" la squadra newyorkese. Un'operazione intelligente e capillare di reclutamento atleti e volontari, pescando nel ricco bacino d'utenza costituito dalle Associazioni Sportive, Onlus e Federazioni legate al mondo della disabilità visiva presenti a NY. Gli allenamenti sui campi da softball periferici di Randall's Island non hanno abbassato la febbre AIBXC che ha progressivamente contagiato un numero sempre maggiore di atleti che si sono appassionati alle dinamiche agonistiche, psicologiche e tecniche del gioco. Già a fine maggio, coach Landolphi poteva infatti contare su una base di circa 15 atleti, alcuni dei quali di buon talento e particolarmente dotati sotto il profilo tecnico-fisico.
Ai primi di giugno sono sbarcati i rinforzi dall'Italia con l'arrivo del manager romano Alberto Nardecchia e dell'esperto allenatore nettunese Aldo Signori, accompagnati dalle telecamere curiose del produttore e regista romano Massimo Saccares, impegnato alla realizzazione di un film dedicato al baseball. Al termine dei due mesi di clinic intensive, ecco le ottimistiche dichiarazioni di Don Landolphi e degli skipper italiani: "il livello espresso dagli atleti in diamante è cresciuto in maniera esponenziale, parallelamente alla comprensione delle dinamiche AIBXC che si integra chiaramente alla profonda conoscenza del gioco che i ragazzi si portano da casa".
Gli Ambassador avvertivano ormai vicino il momento del parto ufficiale. Al fine di accrescere ulteriormente il senso di appartenenza comune alla nuova realtà agonistica, è spuntata l'idea vincente di organizzare partitelle tra squadre miste (scrimmage), alla prima delle quali hanno presenziato i nostri Berganti (Bologna White Sox Cvinta) e Claudio Levantini (Lampi Milano). Le amichevoli hanno sortito l'effetto sperato, forgiando definitivamente l'identità del team e lo spirito agonistico dei giocatori che oggi non vedono l'ora di misurarsi con le altre squadre del mondo AIBXC.
Il 21 giugno scorso, solstizio d'estate e giorno più lungo dell'anno, gli AIBXC Ambassador annunciavano raggianti il lieto evento: la nascita di una squadra di circa 15 atleti, denominata New York Bashers. Occorreva affrontare però il problema degli allenatori e assistenti vedenti da formare, per garantire quindi continuità e competitività alla neonata compagine newyorkese. L'ultima parte della seconda mission della coppia Nardin-Briglia è stata incentrata sul rafforzamento delle sinergie con le organizzazioni che assistono le persone con disabilità nello sport, tra cui spicca Achilles, programma attivo a New York da quasi quarant'anni in ambito podistico. Ed è proprio dal mondo Achilles che giunge in questi giorni la notizia più lieta per i Bashers: individuato un aspirante allenatore californiano, Ryan Nevins, trascorsi lusinghieri anche in Minor League, dichiaratosi già attratto dal nostro baseball, con cui AIBXC sta già dialogando sul piano formativo mediante invio di materiale didattico. Gli Ambassador confidano inoltre di poter avviare un secondo programma dedicato al reclutamento di volontari da indirizzare allo sport, denominato "New York Cares".
Oggi, signori, possiamo affermare che abbiamo ufficialmente piantato il tricolore sul suolo statunitense! Risultati soddisfacenti, riassunti in una dichiarazione finale congiunta: "sono conquiste parziali, comunque significative, sudate e ottenute con tempistiche più lunghe forse rispetto ai progressi sorprendenti registrati in altri Paesi. Non dimentichiamoci però del terreno sdrucciolevole, per non dire impervio, che ci ha accolto... Lo vogliamo ribadire, c'è ancora tanto lavoro da compiere, bisogna remare tutti nella stessa direzione, monitorare da vicino le attività dei nostri amici newyorkesi e fornire ogni genere di assistenza possibile, a partire proprio dalla formazione dei formatori. Le manifestazioni d'entusiasmo genuino di questi 15 ragazzi ci fanno comunque ben sperare e rafforzano ulteriormente in noi la convinzione di sentirci totalmente portati alla promozione e sviluppo di uno sport che ha saputo alimentare i nostri sogni in diamante e che, a maggior ragione, dovrà incendiare la fantasia di chi ha inventato un meraviglioso gioco chiamato baseball".
Attenzione però a chiedere agli Ambassador per quando è prevista la terza mission a New York. Potrebbero rispondervi di avere sempre due valigie pronte a portata di mano, anche perché New York, inutile girarci attorno, rappresenta ormai oggi la loro "casa base".


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