Nell'immagine di copertina foto di squadra della Leonessa Brescia Bxc.
La BXC, squadra di baseball per ciechi, porta in alto il nome di Brescia. Ma teme lo sfratto.
Un diamante è per sempre, dicono. Ma fa eccezione quello di via Branze, dove sono pronti ad iniziare una nuova stagione i giocatori della Leonessa baseball per ciechi BXC: potrebbero essere costretti a traslocare per cause di forza maggiore. «C’è un progetto di ampliamento dello stabile della facoltà di Ingegneria che, pare, preveda l’utilizzo del campo sportivo di cui ci serviamo noi, ma anche le squadre del Cus». Da giocatore, ma soprattutto da presidente della formazione di baseball, Sarwar Ghulam sta già pensando al piano B, sperando nell’aiuto del Comune di Brescia o di qualche società sportiva che sia disposta a ospitare la squadra per allenamenti e partite. Un progetto non a breve termine che però preoccupa la società, impegnata con tutte le sue forze in un campionato nazionale a undici squadre, partito lo scorso anno da un’idea di Alfredo Meli, ex giocatore della Fortitudo Bologna e presidente dell’Associazione Italiana Baseball per ciechi. «Nella passata stagione abbiamo ottenuto dei buoni risultati. Abbiamo conquistato il terzo posto sia in campionato sia in coppa Italia». Il segreto, oltre alla serietà negli allenamenti sotto la guida del coach Salvatore Condorelli, è l’affiatamento che si è creato nel gruppo, una ventina tra giocatori (ragazzi e ragazze, perché si gioca insieme) e assistenti. Età dai 14 ai 57 anni per la rosa che si muove con estrema sintonia e prontezza durante il gioco, guidato dai segnali sonori di palline e basi. «Assistenti, tutti giovanissimi, ci tengo a sottolinearlo perché hanno dai 15 ai 20 anni e si rendono disponibili generosamente per permetterci di giocare», precisa il presidente Ghulam. Fuori dal campo c’è l’impegno nelle scuole, soprattutto quelle in cui ci sono studenti ciechi o ipovedenti. «Ci capita spesso di fare dimostrazioni per far appassionare i ragazzi al nostro sport ed evitare che, a causa della loro condizione si chiudano in casa. Attraverso il baseball offriamo loro una possibilità di crescere, di credere di più in se stessi, senza correre pericoli. Di solito cerchiamo di avvicinare i ragazzi delle medie e delle superiori, ma l’anno scorso per la Giornata della disabilità siamo stati alla scuola elementare di Gavardo. Abbiamo fatto correre i bambini bendati per far capire quali sono le nostre sensazioni. Loro ci hanno riempito di domande e alla fine hanno voluto abbracciarci». Nelle scuole la Leonessa BXC lascia bei ricordi e anche qualche attrezzo, «ad esempio palloni da basket perché li possano usare i ragazzi non vedenti, per cercare di stimolare l’attività sportiva che ha un potere inclusivo». Campioni dentro e fuori dal campo, non lesinano sacrifici per praticare la loro passione che ha bisogno di un supporto economico. «Per le trasferte, oltre all’albergo, spesso abbiamo bisogno anche di prendere l’aereo. Abbiamo uno sponsor che ci sostiene al meglio, ma se si aggiungesse anche qualcun altro – dice ridendo Ghulam – a noi farebbe piacere». Intanto, per raccogliere fondi per gestire le trasferte, si organizzano cene al buio per accendere i riflettori sulla Leonessa BXC.
Lilina Golia
Corriere della Sera, Edizione di Brescia, 18 gennaio 2019
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