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data di pubblicazione: 29-09-2020
Oltre alle tante difficoltà anche lo sfratto da Brescia Ma in campo vince e diverte riconquistando i play off.
L’emergenza sanitaria ha cambiato le nostre vite, ognuno ha un buon motivo per lamentarsi, dovremmo tutti prendere esempio dalla Leonessa Baseball per ciechi che d’ostacoli ne ha dovuti superare ben altri. All’handicap visivo che non impediscea questiatleti di praticare lo sport che amano in assoluta sicurezza, e alla pandemia, si è aggiunto infatti negli ultimi mesi lo sfratto dal campo del Cus dove la squadra si allenava e giocava. Nonostante tutto, il club cittadino – costretto a giocare sempre in trasferta – ha conquistato anche quest’anno i play off, dopo che nella stagione precedente era arrivato sino alla finale scudetto. Traguardiottenuti graziealla coesione di un ambiente unico e alla disponibilità di ragazzivedentiche fanno da aiuto.
La storia. Per spiegare di cosa stiamo parlando, bisogna partire proprio da loro. Michele Bianchi, 21 anni, ad esempio, che porta il giocatore alla battuta e gli dà consigli, si considera un privilegiato. «Da questa esperienza sto imparando molto, ricevo affetto e felicità. E notando con quale spirito i non vedenti sanno affrontare le difficoltà di ogni giorno, ho capito che nulla è impossibile nella vita». E poi c’è Samantha Pellegrinelli, che gioca come seconda base vedente e ha il compito, picchiando le palette, di indicare quella successiva ai compagni. Ha 17 anni, come assistente c’è pure la sorella Tania, 14 anni, e in campo va la mamma di tutte e due, Barbara Menoni, che è anche vice presidente. «All’inizio è stato divertente poter darle ordini, visto che di solito sono io a riceverli da lei – spiega Samantha - . Non la trovo diversa dalle altre mamme, ha saputo faredelsuolimiteuna opportunità. Per questo la amo con tutto il cuore». Ascoltando questi giovani, c’è ancora speranza per un mondo migliore.
Sicurezza. Intendiamoci, qui nulla viene fatto a caso, non si èmai fattomale nessuno,gli infortuni sono quelli normali di qualsiasi attività sportiva, continui riferimenti sonori – come la palla a sonagli - aiutano chi è in campo. Fra l’altro a Brescia è venuto ad allenare uno dei tecnici più prestigiosi del baseball nazionale, Salvatore Condorelli, un lungo passato da giocatore. «All’inizio ero molto perplesso, mi sembrava un’esperienza complicata. Poi è diventata formativa anche per me. Fondamentale dare indicazioni a voce, non accompagnare il giocatore al gesto tecnico. Solo così potrai renderlo indipendente e libero». Sul diamante, come nella vita. Così è stato per Barbara Menoni, la mamma di Samantha e Tania. «Ho perso la vista a tre anni e sin da piccola sonostata spinta all’autonomia. Oggi i ragazzi non vedenti vengono tenuti dai loro genitori nella bambagia, e magari accompagnati in bagno anche da adolescenti. Ma solo uscendo di casa puoi acquisire sicurezza e il baseball è una formidabile opportunità». Leader indiscusso del team è Sarwar Ghoulam, presidente e giocatore, nato in Pakistan e in Italia dal 2001. «Il baseball per non vedenti mi ha consentito di continuare a coltivare la mia prima passione, perché quando vedevo giocavo a cricket. Questo sport spinge ad abbattere le barriere mentali di chi guarda al nostro mondo senza conoscerlo. E a Brescia si è creato un gruppo formidabile. Per fortuna, abbiamo trovato tanti amici attorno a noi e realtà importanti che ci supportano. L’autobus per viaggiare ci è stato fornito grazie al contributo della Fondazione Ubi e della Centrale del Latte. Anche se in campo vanno solo sei giocatori, di cui uno vedente, più un assistente, il gruppo nel tempo si è ingrandito ed è composto da una ventina di persone». Per autosostenersi la Leonessa organizza cene al buio aperte a tutti, durante le quali a fare da camerieri sono proprio i giocatori della squadra. E chi vuole, alla fine, può contribuire con una offerta. Un’esperienzaunica pervedere come si sta senza vedere, per sentirsi ancora più vicini a questi ragazzi e magari ad apprezzare un po’ di più quanto la vita ci ha dato. //
Un progetto nato nel dicembre 2017 che sta regalando grandi emozioni
La Leonessa BXC (Baseball per ciechi) è nata nel dicembre 2017 ed è al suo terzo campionato di serie A. Dopo il terzo posto all’esordio, nella stagione 2018-19 ha raggiunto la finale scudetto. Ridotto da dieci a sei squadre – dopo lo stop per il Coronavirus – il torneo 2020 sta entrando nel vivo con la disputa dei play off, in programma nel prossimo fine settimana. Il team cittadino li giocherà tutti lontano da casa, per l’indisponibilità di un impianto cittadino e le partite interne saranno a Bologna, mentre gli allenamenti si svolgono sul campo di calcio di Folzano. La rosa affidata a Salvatore Condorelli è composta da Sarwar Ghoulam, Barbara Menoni, Paolo Lizziero, Qadeer Asghar, Omar Asli, Saliou Diane, Michele Brignani, Gianluigi Toigo, Andrea Lazzarini, Ivan Nesossi, Gaspare Pagano, Jens Sakelsek, Hamid Oubarrahou. Gli assistenti sono Tania Pellegrinelli, 14 anni, Samantha Pellegrinelli, 17 anni, Luca Fietta, 19 e i ventunenni Daniele Sandonini, Michele Bianchi e Giovanni Rosales.
Palla coi sonagli, ma stessi obiettivi dei «pro»
Le regole
Cinque o sette inning con le consuete fasi di attacco e difesa per le due squadre
BRESCIA. Ma come si pratica questo sport e soprattutto quali sono le eventuali differenze rispetto al baseball «tradizionale»? Possono prendere parte a questa attività sia giocatori ciechi sia ipovedenti; l’attrezzatura consiste in una mazza, una palla da baseball al cui interno sono inseriti sonagli e un guanto utilizzato per raccogliere la pallina sonora. Ogni partita è di cinque o sette innings, a seconda delle competizioni, e ogni inning è suddiviso in una fase di attacco e una di difesa.
In campo. Le squadre in campo schierano cinque giocatori ciechi e un assistente di seconda base vedente e come accade per il baseball dei professionisti si alternano all’interno di un inning nella fase di attacco e in quella di difesa. I giocatori della squadra di attacco vengono schierati, a turno, su casa base e devono produrre una battuta valida che superi una linea immaginaria che va da seconda a terza base per correre poi alla conquista delle quattro basi, guadagnando un punto al completamento dell’intero giro e rientrando a casa base. Obiettivo della difesa è quello di bloccare la pallina colpita dal battitore di turno e lanciarla in seconda base dove sarà presente un assistente vedente che raccoglierà la pallina; se la pallina arriverà a lui prima che il battitore-corridore abbia raggiunto la base, coadiuvato da un assistente attaccante vedente, questi verrà eliminato, altrimenti avrà conquistato la base e potrà continuare nel gioco di attacco, verso terza base e successivamente casa base, per la conquista del punto che resta l’obiettivo di coloro che sono in attacco.
Il cammino. In Italia il campionato si gioca dal 1997; fu Empoli ad aggiudicarsi il primo titolo, ripetendosi nelle due stagioni successive. Campione uscente è il Thunder’s Five Milano che nella finale disputata il 18 luglio dello scorso anno a Bologna batté proprio Brescia (18-3) aggiudicandosi lo scudetto perla settima volta. Adesso Brescia vuol provare a fare il colpaccio.
GIORNALE DI BRESCIA · Domenica 27 settembre 2020
Vincenzo Cito